Amici, vino, cinghiale e tordi, la bicicletta per una due giorni a Trento e dintorni. Quest’anno la Pedalata cicloturistica Francesco Moser è gemellata con il Festival dell’economia di Trento, 60 chilometri che partono da Trento per percorrere salite e discese della Val di Cembra, sosta a Palù di Giovo (paese di origine della famiglia Moser) per il ristoro dei ciclisti, e ritorno a Trento in piazzale San Severino dove è stato preparato il pranzo.
Ma già sabato i tanti amici di Francesco Moser erano arrivati a Trento, chi per cimentarsi con la bicicletta, chi solo per passare una due giorni con il campione. La giornata aveva il suo epicentro a Maso Warth dove era possibile degustare qualche specialità trentina come il tortel di patate e i salumi della premiata ditta Belli, il tutto abbinato ai vini della cantina Moser: dal mitico Trento doc 51,151 (adesso ancora migliore perché lasciato sui lieviti 24 mesi!), al Teroldego vino rosso della Piana Rotaliana, al Lagrein, poi ancora i bianchi Müller Thurgau, Gewürztraminer, Riesling e il favoloso Moscato Bianco dal vitigno principe di Maso Warth. La sera è stata organizzata una cena sull’Altopiano della Vigolana offerta ad amici e autorità.
Seduti ai tavoli dell’Hotel Alpenrose si è colta l’occasione di degustare i frutti della caccia di Francesco Moser e dei suoi amici toscani per cui agli antipasti, ai tipici canederli trentini e al risotto al vino rosso sono seguiti il cinghiale in umido con la polenta e i tordi arrosto, il tutto accompagnato dai vini Moser, chiacchere e risate.
La compagnia comprendeva Francesco e i suoi compagni ai tempi dell’impegno sportivo, amici e tifosi, rappresentanti del Festival Economia quali il professore Tito Boeri, il campione dello sci alpino Aksel Svindal in allenamento sul Lago di Garda con la nazionale norvegese, insomma una platea vasta ed eterogenea. Verso la fine del pranzo qualcuno si è mosso dal proprio posto per fare due parole o conoscere gli altri invitati, e così si è avuto modo di scoprire anche qualità che non si conoscevano del vicino di tavolo. Bellissimo il duetto tra due amici di vecchia data, l’orafo di Arezzo si avvicina al viticoltore trentino e, con la classica cadenza toscana, lo apostrofa come “mio maestro” e in rima ne decanta i meriti. Poi gli dice una parola e l’altro incomincia a declamare la poesia a cui la parola si riferisce, proprio da quel preciso punto e così avanti altre parole e le relative poesie recitate senza un errore! E poi a declamare i “contrasti” (gara di versi improvvisati come forma di intrattenimento in Toscana) con episodi anche boccacceschi.
Ma domenica mattina tutti pronti di buon’ora per salire in bici e avviarsi attraverso il centro di Trento fino a piazza Duomo per la foto di gruppo e proseguire fuori città verso nord per prendere la strada che porta in Val di Cembra. I primi partecipanti si staccano già in pianura, ma non è una gara, ognuno sale al suo ritmo, la fila è lunghissima, più di cinquecento ciclisti sono un bel numero! In salita il gruppo rallenta e occupa tuta la carreggiata, in discesa la fila si allunga, i primi sempre lì davanti a dettare il ritmo, d’altra parte ci sono fior fiore di ciclisti, gli altri che arrancano più o meno lontani dal vertice, c’è perfino chi bara e si attacca per un bel tratto ad una vettura del seguito!
Il porfido colora di rossiccio il panorama, ovunque spunta dal terreno, presenza ingombrante eppure ricchezza del territorio, e nel substrato dei vigneti dà vita ad un terreno che dona profumi e sapori minerali al vino bianco di grande pregio che qui viene prodotto. Si passano paesi spersi tra salite e discese, si percorrono strade che si arrampicano fino al crinale per buttarsi a capofitto nella valle sottostante: finalmente si arriva a Palù dove è stato preparato il ristoro, gli alpini col cappello in testa hanno imbandito tavole piene di ogni ben di dio per dare energia ai partecipanti alla pedalata e prepararli alla volata in discesa che li riporta a Trento, pochi chilometri con il vento in faccia e tutti rientrano nel piazzale San Severino, il pranzo è pronto nel tendone, c’è il complesso che intrattiene con la musica. Si mangia e ci si raccontano le impressioni, ci si dà appuntamento alla prossima edizione. Il professore Tito Boeri era arrivato puntuale alla partenza, la bici con la livrea del Festival, ma poi non lo si è visto sulla strada, in realtà non ha partecipato alla pedalata, perché inaspettato è arrivato il Presidente del Consiglio e quindi si è dovuto dedicare ad accogliere le autorità, forse il prossimo anno gli andrà meglio! U.B.
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