Il “Comitato per la Valorizzazione degli Itinerari Cicloturistici dei Colli di Coppi” è invece una Associazione di Promozione Sociale che si propone principalmente di far conoscere il territorio che ha visto nascere e crescere Serse e Fausto Coppi attraverso lo sport che li ha consacrati.
Chi abita queste terre vive un legame fortissimo con le medesime, con le tradizioni e con il buon cibo, tanto che anche i nostri due più famosi conterranei, Fausto Coppi e Pellizza da Volpedo, sono popolari in tutto il mondo ma mai hanno vissuto lontano dai luoghi natii e sempre hanno mostrato forte attaccamento e riconoscenza.
La mitica Classicissima
L’emozionate reportage di chi domenica 22 marzo 2015 ha seguito la Classicissima per alcuni decisivi chilometri. Pioggia e freddo hanno caratterizzato la corsa degli eroici: “Ho sempre sognato, per un miracolo della fantasia, di vedere una corsa dei primi anni del “900, quell’epoca favolosa in cui stava nascendo e sviluppandosi il grande ciclismo italiano di cui siamo indegni eredi. Ho raccolto per anni filmati e istantanee relative a grandi corse agli albori del secolo scorso. Di tutto questo ho scritto e pubblicato pensando di immedesimarmi nei suiveurs che assistevano al passaggio dei corridori, a volte bagnati come orsi, a volte con le facce impolverate dalle strade bianche. Non ho mai pensato però di potermi imbattere dal vero in una autentica MilanoSanremo. Quando cominciava ad albeggiare non ho fatto fatica a svegliarmi presto e andare (comodamente in auto) sulla strada del Turchino. Pioveva a dirotto e per strada non c’era un cane. Rarissime le automobili. Mia moglie ha preparato 5 litri di the bollente al limone, tanta manna con un tempo simile. Grazie Alda! A Rossiglione, le prime luci di un livido mattino mi vedono riparato sotto la pensilina di un garage e riscaldato da un impermeabile Belle Époque che mi copre anche le gambe. Alle 6,28 ecco l’auto che annuncia la corsa; A poco più di 200 metri ecco il numero 4 De Ponti che solo, ma con una pedalata sicura anticipa Bertolucci, Segalini, Berruti J. e Croci. Neanche un minuto ed ecco arrivare Lamacchi, Boschi, Vettorato, Caggiati e via via tutti gli altri. 3 chilometri prima, in località Gnocchetto (km124) ultimo tratto in provincia di Alessandria , dove sono sempre iniziate le prime ostilità, un incidente meccanico aveva costretto alcuni membri del gruppo a chiedere l’intervento dell’assistenza. La Classicicsima prosegue. Con la nostra velocissima vettura, sollevando spruzzi in mezzo alla strada, rimontiamo i corridori. Li guardo in faccia, stanno abbastanza bene non si lamentano del freddo e della pioggia che scende sempre più fitta. Qualcuno ha realizzato con stracci e plastica dei soprascarpe improvvisati per proteggere le calzature di cuoio inzuppate fradice. In un amen siamo a Campo Ligure, paese natale di Giuseppe Oliveri, routier sprinter, terzo nella Sanremo dominata dalla Stucchi nel 1919. Anche qui il paesaggio è spettrale con la torre del vecchio castello che domina la statale. Il fiume Stura scorre impetuoso ma non come nell’esondazione di 5 mesi fa, quando in otto ore caddero 650 mm. di poggia, un record. Un record della sofferenza come quello che stanno per realizzare questi impavidi eroici-replicanti. Le pochissime auto che sopraggiungono in senso contrario rallentano la corsa e fissano sbigottite. Io, con il mio entusiasmo, sono ormai tornato nel 1907 o giù di lì e mi aspetto da un momento all’altro di veder comparire nella pioggia il Diavolo Rosso già in fuga da Pozzolo Formigaro e inseguito dai malefici francesi…. Ma mi devo accontentare di Boschi con quei baffoni imitati poi da Vettorato… (primogenitura e copyright. “©” Luciano Berruti da Cosseria che adesso è sulla vettura assistenza e trepida per Jacek su macchina Bianchi). Ecco il ponte, li sotto Oliveri ragazzo pescava le rane; adesso all’umido ci sono i nostri eroi che sguazzano tra una pozzanghera e l’altra. E continua a piovere. Penso al “teorema della goccia”, LA VEXATA QUESTIO se ci si bagna di più andando forte o andando piano…In linea di massima i molteplici ricercatori che hanno studiato la cosa dicono che bisogna tenere in considerazione molte variabili: la velocità del vento, la superficie corporea esposta, la dimensione e il peso delle gocce…. Alessandro De Angelis, dell’Istituto di Fisica dell’Università di Udine, nel 1987 pubblicò sull’European Journal of Physics un suo studio, dove concludeva che non c’è una grande differenza. Però animo! forza ragazzi voi dovete pedalare veloci, spingete con lena i vostri mezzi meccanici verso il Turchino, verso la grande barriera, verso “la montagna” che proiettava gli audaci nella gloria e nel tuffo verso la Riviera. Adesso a distanza di qualche giorno, mi rendo conto di essere stato l’unico suiveur, l’unico che ha avuto il privilegio di seguire l’ascesa verso il tunnel, non col fango, ma con l’asfalto lucido e 4° di temperatura, abbastanza freddo da congelare le dita e il naso. Masone: la strada si invortica in due tornanti mentre DePonti, sempre davanti, indomito e temerario guizza da un punto all’altro della carreggiata evitando qualche buca. Ama la solitudine, tiene il suo passo regolare e redditizio, acquista una nuova anima, un entusiasmo tutto suo, un volto concentrato che non teme le fatiche. Ma dietro di lui ha altri atleti che stanno recuperando mentre il vecchio tunnel si avvicina e guarda compiacente questo manipolo di coraggiosi.